data: 03 maggio 2017
categoria: recensione
testata: Dietro le Quarte, il blog di Franco Angeli
autore: la redazione
Forse nulla come la sabbia ci ricorda la facilità dello svanire delle cose, e forse nulla come lo svanire, il cancellarsi definitivamente delle cose porta il nostro pensiero verso un’infinita tristezza.
E ancora: lavorare intensamente ore e ore per poi, terminata l’opera, distruggerla.
C’è forse un senso a questi pensieri e a queste azioni, per noi occidentali?
C’è, se – abbandonati gli schemi e disposti all’incontro – ascoltiamo un altro punto di vista, che viene da oriente e che non solo ci ha conquistati e affascinati ma ha anche fornito un nuovo strumento terapeutico per i dolori della nostra psiche o per le difficoltà della nostra vita.
Ci riferiamo alla pratica buddhista tibetana della produzione di mandala di sabbia, una delle versioni possibili – quella forse più conosciuta e destinata a cerimonie importanti – di questi lavori spesso realizzati in forma di dipinto su tela, e più raramente tridimensionali. […]
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